Remo e Santino Gori (34 anni) facevano parte di una famiglia di mezzadri della fattoria di Meleto, resa celebre dall’agronomo Cosimo Ridolfi che nel 1834 vi aveva fondato la prima scuola agraria in Italia.
Originari della provincia di Pistoia, i Gori coltivavano il podere denominato “Confini”, molto vicino al fiume Elsa. Il capoccia della famiglia, di nome Isaia, era un agricoltore mezzadro stimato da tutti, di vecchia fede socialista, al punto che ai suoi buoi (utilizzati per i lavori agricoli) aveva dato il nome di Pietro e di Nenni (il leader del PSI).
Il 20 luglio 1944, quando ormai era imminente la liberazione di Castelfiorentino (sarebbe infatti avvenuta tre giorni dopo), un gruppo di partigiani che si nascondeva nei boschi di Coiano si recò dal fattore di Meleto per chiedere della farina. Il fattore rispose che non ne aveva, forse per timore di subire rappresaglie da parte dei tedeschi. Il fattore di Meleto invitò quindi i partigiani ad andarsene, aggiungendo che probabilmente avrebbero potuto trovare della farina dalla famiglia Gori, che non aveva ancora trebbiato il grano. Nel frattempo, i Gori avevano nascosto la trebbia sulla golena del fiume. Erano al corrente della imminente Liberazione di Castelfiorentino, e aspettavano quindi a trebbiare il grano per evitare di conferirlo all’ammasso imposto dalla Repubblica Sociale Italiana.
Dietro pressione dei partigiani, Remo e Santino Gori si convinsero ad avviare la trebbia. Il rumore attirò l’attenzione di un abitante della vicina frazione di Fontanella, che avvertì i tedeschi. Questi ultimi giunsero quindi alla loro casa colonica nel pomeriggio, intorno alle 17.00, provenendo dalla strada Sanminiatese. Essendo renitenti alla leva (la Repubblica Sociale aveva infatti emesso da tempo un bando per il richiamo alle armi) Remo e Santino cercarono inutilmente di fuggire o di nascondersi. Uno dei due venne ucciso sull’argine del fiume, l’altro dietro un fienile dove nel frattempo si era nascosto. Per completare la rappresaglia, i tedeschi uccisero anche tutto il bestiame della famiglia.
I lati oscuri di questa vicenda sono stati riportati alla luce pochi anni fa da Valerio Desideri, agricoltore e stimato storico locale della Valdelsa, grazie ad alcune testimonianze raccolte non senza difficoltà. La famiglia Gori, molti anni fa, raccontò questa storia in un opuscolo di due pagine, con una circolazione limitata, di cui al momento non siamo riusciti a reperire una copia. A Remo e Santino Gori il Comune di Castelfiorentino ha deciso di intitolare una strada che si trova nella frazione collinare di Castelnuovo d’Elsa.
fonti: V. Desideri, Un ricordo datato 1944. La storia dei fratelli Gori di Castelnuovo d’Elsa uccisi dai tedeschi, in “Gonews”, 23 luglio 2013